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Reclutamento e abilitazioni:un documento Sismed-Sisem-Sissco-Sis

Reclutamento e abilitazioni: un documento Sismed/Sisem/Sissco/Sis

Nella riunione promossa dalle associazioni degli storici medievisti, modernisti, contemporaneisti, e delle storiche (SISMED, SISEM, SISSCO, SIS), svoltasi a Roma il giorno 8/11/2012, sono state esaminate le prospettive del reclutamento nella difficile fase che sta vivendo il sistema universitario italiano. Nella discussione sono stati affrontati i diversi livelli del problema, a iniziare dalla questione dei concorsi per ricercatori a tempo determinato, regolati finora da norme emanate dai singoli atenei. Per la selezione di queste nuove figure, si auspica che possano essere formulati e garantiti criteri qualitativi uniformi e adeguati, in considerazione del fatto che da questo bacino saranno reclutate le nuove generazioni di studiosi, attraverso il meccanismo delle abilitazioni nazionali. A questo aspetto cruciale, come a una riflessione ulteriore sul dottorato di ricerca, saranno dedicate altre sedute comuni, alle quali si pensa debbano essere invitati in futuro anche gli storici dell’antichità. Riguardo all’avvio imminente delle procedure per le abilitazioni universitarie, la discussione ha unanimemente evidenziato in primo luogo l’interesse dell’area storica al puntuale svolgimento delle procedure di abilitazione, anche nei settori non bibliometrici, nonostante le discussioni, le incertezze o le riserve degli ultimi mesi. Si è constatata anche la tendenza nell’opinione corrente a trascurare che la nuova normativa predispone una cadenza annuale per le abilitazioni, cui seguiranno concorsi locali aperti e comparativi. Si auspica quindi che il ministero voglia al più presto confermare l’impegno a tale regolare periodicità, chiarendo anche i residui dubbi interpretativi sull’intera nuova normativa. Nel rispetto della piena libertà di giudizio e della indipendenza delle commissioni di abilitazione nazionale di prossimo insediamento, si è quindi discusso dell’ideale profilo scientifico degli abilitati. Le commissioni sono infatti ora esplicitamente e formalmente chiamate a un giudizio analitico e qualitativo sulle pubblicazioni e sui titoli ad esse sottoposte, entrando nel merito dei lavori presentati e del complessivo profilo del singolo candidato. Il futuro della ricerca e delle discipline dipenderà evidentemente non dalla quantità finale di abilitati (che dovrà tenere conto anche delle prospettive concrete di assorbimento all’interno del SSD), ma soprattutto dalla competenza e dal rigore con cui saranno applicati giudizi di merito a candidati fino a questo momento della procedura sottoposti a un vaglio pressoché soltanto quantitativo della loro produzione. Ciò permetterà fra l’altro di tutelare i candidati non strutturati che dispongono di solidi curricula scientifici. Nella ponderazione iniziale dei criteri e dei parametri di valutazione delle pubblicazioni di ciascun candidato e nella successiva valutazione analitica, sembra pertanto auspicabile che le commissioni: a) per quanto riguarda i saggi e gli articoli, distinguano con nettezza e attribuiscano peso maggiore ai testi nei quali siano riconoscibili il carattere di prima mano del lavoro, la rilevanza dell’argomento affrontato, l’originalità dell’impostazione metodologica e dei risultati scientifici, anche rispetto ad altri contributi del medesimo autore (evitando in tal modo di attribuire più volte una alta valutazione a contributi che ripetono o sviluppano senza novità significative altri studi dello stesso candidato); b) per quanto riguarda le pubblicazioni che si presentano nella veste di monografia, distinguano con chiarezza e attribuiscano peso adeguato ai libri che sono l’esito di una compiuta, matura e impegnativa esperienza di ricerca pluriennale, fondata su un’ampia ed esauriente analisi e valorizzazione delle fonti e degli studi disponibili, con risultati originali in grado di segnare un concreto ed evidente avanzamento dello stato dell’arte sull’argomento trattato; sarà pertanto importante distinguere tali monografie unitarie di ricerca dalle pubblicazioni in forma di volume a sé stante di un singolo saggio di impostazione non altrettanto impegnativa, dalle raccolte di saggi editi ed inediti prive di spiccata coerenza interna, dagli strumenti di lavoro e di supporto alla ricerca, dalle compilazioni a prevalente funzione didattica (nonché, nel caso delle discipline non comprese nel SC 11/A4, dalle edizioni di fonti e di documenti). c) tengano conto, nel giudicare l’idoneità del candidato al conseguimento dell’abilitazione a professore associato, del suo impegno su più di un tema di ricerca; sarebbe in particolare auspicabile che gli abilitati abbiano pubblicato una monografia impegnativa (del tipo suggerito in b) su un tema rilevante di ricerca, nonché una seconda (o un nucleo di saggi del tipo suggerito in a)) su un tema diverso e di pari importanza scientifica. d) nel caso degli abilitati alla prima fascia, inoltre riscontrino nel lavoro complessivo del candidato un contributo realmente innovativo e di larga risonanza su temi fondamentali del sapere disciplinare, tale da costituire un riconosciuto punto di riferimento nella comunità scientifica. Le considerazioni svolte nella riunione e sopra riassunte valgono naturalmente come semplici auspici, formulati dalle comunità scientifiche coinvolte nella discussione, consapevoli della necessità di dovere contribuire alla costruzione di un sentire comune da un lato sulle caratteristiche e sui requisiti del futuro professore universitario, dall’altro sulla qualità e sulle forme della scrittura storica.