Condividendone in larga misura le considerazioni e per favorire la pronta diffusione delle riflessioni del collega Andrea Zannini su temi assai rilevanti, il Coordinamento delle Società storiche ha deciso di far giungere contemporaneamente a tutti i Soci delle Società a esso appartenenti il testo del documento in oggetto.
Fulvio Cammarano
Lucia Criscuolo
Simona Feci
Stefano Gasparri
Andrea Giardina
Luigi Mascilli Migliorini
Antonio Varsori
Soglie, mediane, ASN, VQR, e valutazione dei collegi dottorali. Quali conseguenze per le ricerche di Storia moderna?
Con l’uscita del D.M. 8 agosto 2018, n. 589 che aggiorna i valori-soglia per la prossima Abilitazione scientifica nazionale si può cominciare a ragionare su quali conseguenze il nuovo sistema di reclutamento (e soprattutto di “scorrimento” delle carriere) messo in campo dalla Legge Gelmini abbia avuto sulla modalità di produzione e disseminazione della ricerca universitaria, nello specifico della Storia moderna.
L’arco di tempo che è possibile osservare non è troppo contenuto: sono infatti passati sei anni da quando vennero pubblicate le tabelle delle mediane che servirono come prerequisito per l’ASN 2012 e 2013 e che possono fungere da paragone con i valori-soglia (d’ora in poi, semplicemente: soglie) che serviranno per l’ASN appena aperta. I due diversi criteri utilizzati, mediane e soglie appunto, sono però parzialmente difformi, ponendo non pochi problemi di comparazione. Mentre le mediane erano ricavate da un calcolo aritmetico della produzione scientifica della fascia di destinazione – quindi chi voleva concorrere per professore associato doveva ad esempio avere un numero di monografie almeno pari al valore mediano delle monografie pubblicate dagli associati di Storia moderna in servizio – le soglie, per i settori non bibliometrici, sono il frutto di un’operazione non automatica, di cui però non sono noti tutti i passaggi. Di ciò si è lamentato il CUN, che ha richiesto che sia «reso noto l’algoritmo esatto di calcolo dei valori soglia»[1].
Ma entriamo nel concreto, cominciando dal requisito delle monografie. Per presentarsi all’ASN 2012-2013 l’aspirante professore associato di Storia moderna doveva aver pubblicato 2 monografie nei 10 anni precedenti; per presentarsi a questa nuova tornata di abilitazioni 2018 è sufficiente invece avere iscritta nel proprio sito Cineca una sola monografia (vedi tabelle sotto). Tale abbassamento dell’asticella delle monografie (che rimangono 2 negli ultimi 15 anni per i soli aspiranti commissari) è stato applicato a tappeto per tutti i settori concorsuali non bibliometrici delle aree 10, 11 e 12 (con la sola eccezione degli aspiranti professori ordinari di Cinema, Teatro, Musica, Televisione e Media audiovisivi, che evidentemente scrivono più libri degli altri). Tale innovazione è stata motivata dall’ANVUR con considerazioni fondate – «Per scrivere e pubblicare una solida monografia scientifica, o prodotto equivalente, ci vogliono di regola diversi anni»[2] – ed è andata incontro a numerose sollecitazioni provenienti da più parti a considerare le soglie come un valore d’entrata che consente di accedere ad una valutazione qualitativa approfondita, e non un semplice livello superato il quale si ha automaticamente diritto all’abilitazione. Essa tuttavia ha l’effetto non sappiamo quanto involontario di ridurre l’”interesse accademico” degli studiosi per la pubblicazione delle monografie: se per concorrere per professore ordinario nell’ASN 2012-2013 era indispensabile avere 2 monografie nei precedenti 10 anni, ora è sufficiente averne 1 negli ultimi 15. Una differenza considerevole che può cambiare radicalmente la pianificazione delle proprie attività di ricerca da parte di un professore associato.
Per quanto riguarda il numero di articoli pubblicati su riviste di fascia A, le soglie 2018 sembrano invece essere state calcolate con il medesimo criterio delle mediane 2012, individuando cioè il valore mediano pro-capite dei professori associati e ordinari di ogni singolo settore concorsuale. L’ANVUR chiama questo indicatore “quali-quantitativo” perché collega un criterio qualitativo (riviste di un certo livello) a uno numerico (produzione media della fascia professorale di riferimento).
Mentre tuttavia nella prima abilitazione il valore era 0, ora i valori sono strettamente positivi. Tanto che tra le soglie 2016 e le soglie 2018 si registra un aumento da 1 a 2 articoli in rivista di fascia A, sempre pubblicati negli ultimi 10 anni, necessari per chi volesse presentarsi all’abilitazione da professore associato. Da un lato, dunque, i professori associati hanno pubblicato più articoli in riviste di fascia A (o più riviste hanno ottenuto la qualifica di fascia A?), dall’altro è necessario il doppio di articoli in fascia A per presentarsi all’ASN per la seconda fascia.
Questo elemento va considerato assieme al dato più grezzo del numero complessivo di prodotti scientifici dotati di ISBN che un candidato deve presentare (articoli, saggi, monografie ecc.). Nel 2012 un aspirante professore associato doveva averne 12 pubblicati nei precedenti 10 anni, nel 2016 7 nei precedenti 5 anni, ora deve averne 9 negli ultimi anni 5 anni. L’aumento è stato del 50%, con un salto da una media annua di 1,2 (2012) a una di 1,8 (2018). Questo incremento vale per tutte e tre le categorie contemplate dall’ASN. Per i commissari si è addirittura passati da 1,8 prodotti/anno necessari nel 2012 per essere sorteggiati a 3 prodotti/anno necessari adesso.
Insomma, pur con tutte le cautele necessarie per tale tipo di ragionamento, il sistema delle mediane poi diventate soglie, spinge i ricercatori di Storia moderna a pubblicare meno monografie, a pubblicare più articoli in riviste di fascia A, in generale a pubblicare di più. Qualcosa che va nella direzione di omologare sempre di più la disseminazione della ricerca scientifica in ambito storico a quella delle scienze dure, che è basata su articoli di lunghezza contenuta e con un sistema nazionale e internazionale a piramide di riviste di diversa reputazione e importanza. Si tratta senza dubbio si un sistema che ha dei vantaggi, ma che per altri versi va in direzione contraria a quella della tradizione storiografica del nostro Paese, connotata dalla presenza diffusa di istituzioni storiche anche a livello locale che hanno svolto una funzione culturale fondamentale. Quando tale sistema si è impiantato, poche sono state le voci che si sono levate per criticarlo: la maggior parte dei gruppi storico-culturali si è piuttosto precipitata a farsi accreditare la rivista come di fascia A.
La maggiore contraddizione che emerge da questa terza serie di tabelle riguarda tuttavia il rapporto con l’altro sistema di valutazione della ricerca a cui si lavora in Italia dagli anni Duemila sul modello del RAE inglese: la Valutazione della Qualità della Ricerca finalizzata a distribuire su base premiale una parte del finanziamento statale dell’Università. La VQR prevede infatti un numero limitato di prodotti da presentare per un arco di tempo abbastanza lungo – 2 prodotti per 5 anni nella VQR2 2011-2014[3] – e spinge quindi implicitamente il ricercatore a concentrare le proprie ricerche in pochi prodotti di qualità. Una direzione, anche questa, che era stata richiesta da più parti per limitare il fenomeno della pubblicazione a grappolo o a ripetizione, solo con il fine di aumentare il numero dei titoli in bibliografia. Una direzione opposta, insomma, al continuo innalzamento della soglia relativa a “articoli e saggi pubblicati negli ultimi 15 anni”.
Ma il sistema delle soglie per l’ASN è difforme anche rispetto al sistema con cui vengono valutati i collegi dottorali, che richiedono contemporaneamente un’alta VQR (dunque pochi prodotti di alta qualità), la copertura delle soglie (quindi molti prodotti) e buon numero di pubblicazioni in riviste di fascia A. O il sistema introdotto nel 2017 per distribuire il Fondo di Finanziamento per le Attività di Base della Ricerca (FFABR) riservato a ricercatori universitari e professori associati.
Più sistemi, si potrebbe dire, sono funzionali a valutare aspetti e caratteristiche diverse. Ma il prezzo da pagare appare sproporzionato: un’infinita sequenza di adempimenti burocratici da sostenere dai singoli ricercatori e dalle strutture amministrative che tolgono tempo ed energie a didattica e ricerca; la crescita abnorme del ruolo dell’ANVUR, che da Agenzia di valutazione esterna della ricerca si è trasformata in un organo che pare avere in pugno la sorte di individui e istituzioni; l’impossibilità, di fronte alla varietà e mutevolezza delle richieste, di programmarsi una carriera scientifica e personale.
Valori-soglia Settore Concorsuale 11/A2 – ASN 2018 D.M. 8 agosto 2018, n. 589
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 15 anni | Monografie 15 anni | |
Commissari | 30 | 3 | 2 |
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 15 anni | Monografie 15 anni | |
I fascia | 25 | 2 | 1 |
n. art e contributi 5 anni | n. art cl. A 10 anni | Monografie 10 anni | |
II fascia | 9 | 2 | 1 |
Valori-soglia Settore Concorsuale 11/A2 – ASN 2016 D.M. 29 luglio 2016, n. 602.
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 15 anni | Monografie 15 anni | |
Commissari | 25 | 3 | 2 |
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 15 anni | Monografie 15 anni | |
I fascia | 22 | 2 | 1 |
n. art e contributi 5 anni | n. art cl. A 10 anni | Monografie 10 anni | |
II fascia | 7 | 1 | 1 |
Mediane Settore Concorsuale 11/A2 – ASN 2012-2013 D.M. 7 giugno 2012, n. 76 (aggiornate 27.8.2012)
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 10 anni | Monografie 10 anni | |
Commissari | 18 | 0 | 2 |
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 10 anni | Monografie 10 anni | |
I fascia | 18 | 0 | 2 |
n. art e contributi 10 anni | n. art cl. A 10 anni | Monografie 10 anni | |
II fascia | 12 | 0 | 2 |
[1] CUN, Parere sui valori-soglia, 26 luglio 2018, p. 2.
[2] ANVUR, Documento di accompagnamento alla Proposta relativa alle Soglie per l’Abilitazione scientifica nazionale, 6 luglio 2016, p. 4.
[3] In realtà anche 1 per i ricercatori assunti dopo l’1 gennaio 2012, ANVUR, Bando di partecipazione VQR 2011-2014, p. 7.